Articolo a cura di Alessia Di Paolo
Nel precedente articolo “Separazione e divorzio con figli adolescenti, cosa fare?” abbiamo parlato del delicato periodo dell’adolescenza associato al momento della separazione o del divorzio dei genitori.
Oggi ti lascio 7 punti di cui tenere conto se ti stai separando o stai divorziando con figli adolescenti.
1) La delicata fase di sviluppo che sta vivendo
Se si ha un figlio che si trova in questa fascia d’età (età 10-17 anni circa) si ha a che fare con una delle fasi di sviluppo maggiormente delicate e complesse della sua vita. L’adolescenza ha rappresentato sempre un momento particolare dell’esistenza dell’uomo in quanto rimarca il passaggio dall’infanzia alla vita adulta. La parola adolescenza deriva dal latino “adolescere” che significa proprio “crescere”. L’arco di tempo dell’adolescenza, e quindi della crescita verso l’adultità, dipende in maniera determinante dal contesto culturale e personologico di chi lo vive.
2) Il doppio peso degli adolescenti: La trasformazione identitaria e la separazione genitoriale.
La sfida ed il carico che l’adolescente deve affrontare quando i genitori si sperano sono doppi, in quanto si trova a dover gestire due fasi di grande trasformazione personale, quella relativa al cambiamento adolescenziale e quella relativa alla divisione dei propri genitori.
Gli adulti di riferimento dovranno essere lucidi nel saper gestire la complessità del caso.
3) I figli adolescenti non sono adulti, amici o confidenti.
I figli dei genitori separati, qualora la separazione coniugale non sia gestita correttamente, hanno il doppio delle probabilità degli altri di manifestare problemi scolastici, affettivi, relazionali e comportamentali correlati all’età.
Nella fase separativa si tende a trattare i figli adolescenti da giovani adulti e a coinvolgerli direttamente nelle dinamiche di coppia.
Vengono spesso usati come strumento di sfogo, di denigrazione nei confronti dell’altro genitore, come coloro che si devono occupare dei fratelli più piccoli, come amici o confidenti. Facendo così, si crea confusione di ruoli, si induce l’adolescente ad avere un conflitto di lealtà nei confronti del genitore ritenuto più debole e a far prendere decisioni anche emotive importanti.
L’adolescente ha diritto di vivere la sua fase d’età nel modo più sereno possibile ed ha bisogno di adulti onesti che diano una spiegazione chiara sui motivi che hanno spinto i genitori alla separazione. E’ necessario però non oltrepassare il limite della confidenza e non entrare troppo nei dettagli della coppia, in quanto l’adolescente non è ancora in grado di gestire le informazioni, non tanto sul piano cognitivo quanto sul piano emotivo.
L’adolescente ha bisogno di confini stabili perché alcune situazioni possono generare imbarazzo, fastidio, tristezza, rabbia e preoccupazione.
E’ importante preparare i ragazzi di questa età all’evento separativo perché i potenziali cambiamenti possono avere delle ripercussioni molto complesse. La separazione influisce sui ritmi della vita familiare e sulle possibili attività scolastiche, extrascolastiche ed amicali.
4) Il preminente interesse dell'adolescente.
Molto spesso gli ex coniugi si fanno paladini del benessere dei propri figli screditando l’altro e mostrando tutta la propria infelicità e frustrazione. In molti casi i confini tra genitori e figli adolescenti diventano sfumati e ambivalenti innescando spesso dinamiche triangolari disfunzionali. Il limite tra due generazioni viene oltrepassato creando quei meccanismi che Garber chiama “parentificazione” (Garber, 2011) ossia quando i figli che vivono una situazione separativa dei propri genitori vengono chiamati a confortarli e a prendere parte alle loro dinamiche conflittuali, e “adultizzazione” ossia quando i ragazzi vengono chiamati a ricoprire il ruolo di amici, confidenti e caregiver.
Questi figli sono invischiati in una diade che conduce il minore ad assumersi ruoli non consoni all’età e a responsabilità troppo importanti per il grado di maturità.
L’interesse preminente dei figli è quello di avere degli adulti capaci di contenimento emotivo e normativo, di vivere la propria età e le proprie esperienze, di costruire un sé adulto con il giusto supporto e la giusta distanza.
Gli adolescenti hanno maggior consapevolezza delle dinamiche di coppia per cui potrebbero esprimere una propria opinione o farsi un’idea personale sulle responsabilità genitoriali, schierandosi con l’uno o con l’altro, cercando il colpevole e legandosi maggiormente con il genitore che offre loro maggiori garanzie.
I figli hanno il diritto di mantenere relazioni stabili con entrambi i genitori, essere educati, istruiti, assistiti materialmente e moralmente e accompagnati alla crescita.
La svalutazione dell’altro genitore in questa particolare fascia d’età può essere molto pericolosa in quanto il ragazzo/a può costruirsi proiezioni negative per somiglianza con il genitore denigrato e questo può andare a minare la costruzione sana del sé e della propria identità.
5) La coerenza e l'alleanza genitoriale sono strumenti potenti.
Nonostante la separazione coniugale, lo stile educativo coeso e le decisioni prese in comune per il bene dei figli vanno mantenute e perpetrate salde nel tempo.
L’adolescente deve avere la certezza di non doversi alleare con il genitore più permissivo, ma deve poter contare sulla sicurezza dei comportamenti di entrambe le figure di riferimento.
6) I figli hanno il diritto ad essere ascoltati.
Un figlio può e deve essere ascoltato. I bambini ed i ragazzi devono imparare a nominare le emozioni ed i vissuti che stanno provando con rispetto e senza essere sminuiti.
I problemi ed i cambiamenti apportati dalla situazione separativa sono molteplici e potrebbero rivelarsi piuttosto complessi per i figli in quanto vanno ad influenzare le relazioni amicali, amorose e le attività della vita quotidiana.
Ascoltare il punto di vista del figlio adolescente potrebbe rilevare importanti riflessioni, ad esempio sulla gestione dei ritmi del nuovo assetto familiare.
L’ascolto proattivo è un atto potente di amore nei loro confronti perché implica l’utilizzo di corde emotive piuttosto profonde. Dietro a parole ed atteggiamenti, alle volte insopportabili, si nascondono rabbia e sofferenza trattenute.
Va prestata molta attenzione ai campanelli d’allarme e ai segnali anche indiretti che possono lanciare. Spesso anche i silenzi ed i ritiri comunicano qualcosa. Le parole, gli atteggiamenti, gli agiti sono indicatori pieni di significato.
7) Le possibili conseguenze sui figli se esposti ad alta conflittualità genitoriale.
L’esposizione dei figli minori all’elevata e prolungata conflittualità genitoriale, oltre a costituire reato in quanto viene annoverata tra le forme di maltrattamento e di violenza assistita che portano all’annullamento della responsabilità genitoriale e all’allontanamento dei figli, può arrecare loro danni bio-psichici piuttosto importanti. I livelli dei neurotrasmettitori di benessere come l’ossitocina, la dopamina, la serotonina, le endorfine e l’adrenalina si abbassano notevolmente ed il cervello invecchia di cinque anni prima rispetto ai minori della stessa età, con una probabilità più alta di morte precoce e di insorgenza di malattie come l’ansia e la depressione.
In questa fase i ragazzi sperimentano diversi sentimenti soprattutto perché devono conciliare la loro necessità di indipendenza con quella della gestione dei tempi e delle modalità di frequenza con entrambi i genitori. Si può assistere a cadute improvvise del rendimento scolastico, a relazioni instabili con i coetanei, alla messa in atto di comportamenti devianti, a chiusure in loro stessi fino ad arrivare a manifestazioni di condotte autolesive come ad esempio suicidi dimostrativi o assunzione di droghe.
Generalmente elaborano la separazione dei propri genitori attraverso due fasi: una fase di “elaborazione primaria” ove considerano l’evento separativo come qualcosa di nettamente negativo sia per il proprio benessere che per quello dei familiari, ed una fase di “elaborazione secondaria” attraverso la quale i ragazzi vanno alla ricerca del colpevole, delle motivazioni che hanno spinto alla fine del rapporto genitoriale e della capacità o meno di poter affrontare la situazione (Camisasca, Miragoli & Di Blasio, 2013).
Essere genitori consapevoli delle dinamiche complesse che si celano dietro una separazione permette di porre attenzione a quale fase e a quale meccanismo associare ad essa in modo da poter affrontare le sfide ed i compiti che questa può richiedere come una qualsiasi altra forma di cambiamento.
La separazione ed il divorzio possono essere un punto di partenza per poter crescere ed evolvere come persone solamente se si dà un senso al dolore provato, andandone oltre. Scoprire quale insegnamento si può trarre da tale particolare esperienza di vita potrebbe essere la chiave di svolta senza cadere nelle trappole degli stereotipi più comuni. Si potrebbe imparare ad avere maggior fiducia in sé stessi e negli altri, rivalutando i propri limiti e le proprie priorità.
Alcuni libri consigliati:
“Nella testa degli adolescenti” di Eveline Crone, Feltrinelli Editore Milano, 2012.
“La verità sui figli e il divorzio. Gestire le emozioni per crescere insieme” di Robert E. Emery – prefazione italiana Vittorio Cigoli, Franco Angeli, 2004.
“Clinica del divorzio e della famiglia ricostruita”, di Vittorio Cigoli, Il Mulino, 2017.
“Vivere in due case. Manuale per affrontare il conflitto nelle famiglie separate.” di Alessia Di Paolo, Etabeta Editore, 2023.

Alessia Di Paolo
è laureata con lode in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Nel 2016 si è specializzata come Consulente Pedagogico Giuridico e Scolastico e nel 2019 come Mediatore Familiare. Da anni studia le dinamiche conflittuali soprattutto in ambito familiare avendone una visione puerocentrica.
Ha collaborato con il Consiglio della Regione Piemonte, il Garante per l’Infanzia e Adolescenza, gli Stati Generali Prevenzione e Benessere e l’AINSPED Piemonte alla stesura e realizzazione del progetto “Vivere in due case” per la diffusione delle risoluzioni alternative al conflitto familiare nelle scuole.
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